Affrontare un’operazione al seno non è affatto una cosa semplice. Soprattutto se di mezzo c’è un tumore: sono tantissime le donne che si sottopongono ad un intervento per il carcinoma (quasi 3000 sotto i quarant’anni nel nostro Paese) alla mammella ed allo stesso tempo una buona percentuale riesce a combattere questa malattia.
Ma nonostante il successo i danni psicologici restano, portando ad un senso di insicurezza e di fragilità. I segni che lascia un’esperienza del genere non sono soltanto di impronta psicologica ma ovviamente anche fisica: questo perché la rimozione del tumore lascia quasi sempre delle cicatrici evidenti.
Tittoo
Per superare questo problema ci ha pensato un social network americano chiamato P-ink: si tratta di un progetto solidale nei confronti di tutte le donne che non riescono più a guardarsi allo specchio con l’entusiasmo di un tempo. P-ink tramite la piattaforma Pinterest mostra una serie di immagini contenenti donne che hanno superato questo problema in maniera artistica, ossia tramite i tatuaggi. Il tutto viene spiegato in maniera dettagliata di Colby Butler, una famosissima tatuatrice statunitense sostenendo che “i tatuaggi possono aiutare le persone a dimenticare le ferite e le cicatrice o a trasformarle in una cosa bella”.
Ed è proprio il messaggio che vuole trasmettere P-ink: il tatuaggio visto non soltanto come un mezzo per coprire le cicatrici ma una vera e propria opportunità per aiutare psicologicamente tantissime donne, facendo ritrovare loro la femminilità perduta. Qui vengono consigliati una serie di tatuatori americani conosciuti per la loro bravura e precisione ma non solo: sono presenti storie di vita e le donne hanno l’opportunità di scambiarsi opinioni, conoscersi a vicenda e darsi supporto.
Questa nuova forma di arte prende il nome di tittoo e sta spopolando nel web ed in tutto il mondo.
Ciò che rende la donna principalmente abbattuta dal punto di vista estetico è di sicuro la perdita dell’areola mammaria: essa è una sorta di elemento chiave della propria femminilità. L’area circolare situata attorno al capezzolo e di colore più scuro rispetto alla pelle di tutto il corpo è una parte fondamentale del seno ma se si ha avuto questo tipo di situazione difficile, l’intervento per la rimozione del tumore richiede ovviamente anche la perdita di questo elemento.
Ma attraverso le tecniche del tatuaggio correttivo, si può andare a riparare la dermopigmentazione, ottenendo tra l’altro degli ottimi risultati a livello estetico. Chiaramente tutto sta nella bravura del tatuatore (che in questo settore assume la denominazione di dermopigmentista), il quale deve saper gestire al meglio la procedura, evitando di agire in maniera invasiva ma soprattutto studiare in maniera approfondita il caso: ogni donna possiede un seno differente.
Ma soprattutto i risultati post- operazione non sono uguali per tutti: pertanto è bene cercare di far assumere delle forme che diano un senso di totale equilibrio ed armonia. Il tatuaggio correttivo al seno è una tecnica di dermopigmentazione correttiva, che permette di conseguire ottimi risultati sul piano estetico, garantendo sempre il minimo margine di invasività.
Il compito del dermopigmentista, in questo come negli altri casi di trattamento, è quello di studiare, in modo approfondito, le nuove forme da conferire all’areola mammaria in fase ricostruttiva, al fine di ottenere un effetto finale estetico che sia il più equilibrato ed armonico possibile.
La durata della procedura è di circa un’ora e la paziente viene sottoposta ad anestesia locale: questo significa che non accuserà dolore, tornerà vigile al termine del trattamento e potrà tornare il giorno stesso a casa.
Un’altra importante testimonianza, viene da David Allen, un altro tatuatore statunitense specializzato nella tecnica di tittoo. Il suo obiettivo principale non si ferma al voler mostrare il suo talento in termini artistici ma mira soprattutto a compiere una missione a livello umano, donando a tutte le donne che hanno sofferto una piccola felicità, caricandole di tanta autostima.
Egli infatti afferma: “Trasformiamo lo sterile nel sensuale, il segno di un’operazione in qualcosa di nuovamente bello”. Ed aggiunge: “Una donna acquisisce nuovamente una certa sicurezza in sé trasformando la negatività di un’operazione delicata come la mastectomia dopo un tumore al seno, nella bellezza di sentirsi ancora amate e apprezzate”.
Ed è proprio vero: sono tante le donne che dopo essersi sottoposte ad una procedura di dermopigmentazione affermano di sentirsi decisamente meglio a livello psicologico: certo il triste ricordo di ciò che hanno passato non potrà mai scomparire ma se non altro possono andare avanti, cercando di vivere al meglio il presente senza farsi troppi complessi in senso estetico.
Attualmente si tratta di un’operazione maggiormente praticata in America ma secondo diverse statistiche, prossimamente ci sarà un “boom” anche nei Paesi Europei.
Dal punto di vista tecnico, è bene specificare che il tatuaggio correttivo (tittoo) può essere effettuato in due casi differenti:
1) Ricostruzione: questa procedura ha luogo quando l’areola mammaria è stata asportata a causa della mastectomia parziale (o radicale) per la rimozione della massa tumorale. L’obiettivo principale in questo caso è quello di ricreare completamente l’area interessata, dandole un effetto armonioso e che non faccia trasparire i precedenti disagi estetici;
2) Copertura: questo punto fa riferimento ad un intervento meno complesso, in quanto si tratta semplicemente di mimetizzare alcune cicatrici del seno che comunque sono state causate da interventi di mastoplastica o mastopessi. L’operazione è dunque meno invasiva e mira semplicemente ad un’illusione ottica, andando così a nascondere delle zone che hanno subito una mal cicatrizzazione.
Alcuni consigli: E’ importantissimo scegliere con cura il tatuatore a cui affidarsi, proprio perché si tratta di operare in una zona che ha già subito un intervento ed è dunque delicata. Come prima cosa è bene accertarsi di effettuare questa procedura in un ambiente sterile e dunque che possieda un alto livello di igiene.
Non è però sufficiente che gli strumenti siano monouso, in quanto bisogna prestare attenzione anche ai colori utilizzati, i quali devono essere in primo luogo atossici, ipoallergenici, a norma di legge ed ovviamente sterilizzati come l’ambiente circostante.
Per verificare la validità del tutto è bene indagare su una serie di fattori come la tipologia delle attrezzature e l’esperienza del tatuatore.
Infine, si consiglia di effettuare un secondo controllo a distanza di qualche settimana dalla procedura in modo tale da confermare l’efficacia del risultato.